domenica 31 dicembre 2006






Siamo arrivati anche quest'anno alla fine dellAnno 2006. Per dire come è andato, io non posso dire che è andato bene, perchè sono stato in Italia 3 mesi per una artrite reumatoide. Quindi ritornando a Bujarì dove la mia Parrocchia mi aspettava. Sono tornato i primi di giugno, per partecipare alla inaugurazione della nuova Parrocchia per mezzo del vescovo di Rio Branco, Dom Joaquin, in occasione della festa del Patrono S. Giovanni Battista, nel 24 gugno. Ma nel settembre sono dovuto ritornare per un controllo medico, che è andato abbastanza bene. Finalmente ritornando per le feste natalizie, pensavo di rimanere molto tempo prima di dover ritornare a fare i dovuti controlli ai reni e al diabete. Purtotroppo durante il viaggio di ritorno ho sentito molta stanchezza fisica che pensavo fosse dovuta allo stress vissuto negli ultimi giorni prima di ritornare. Ma non è stato così il giorno prima di Natale ho fatto gli esami del sangue e sembra che abbiaa contratto un'epatite . Non so con certezza, ma i medici dicono che c'è il sospetto ddi una epatite "B". Allora ho pensato dopo alcune riflessioni come potevo fare... Curarmi qui? Ma la cosa mi sembrava molto lenta e io volevo subito fare le terapie dovute. Allora ho deciso in due giorni di ritornare a Lucca per curarmi meglio e più rapidamente possibile. Perché il male va combattuto subito e non aspettare altre esami di confronto con le prime gia fatte...! Per questo che ritorno a Lucca . Prto la mattina del 3 gennaio prossimo e dovfrei essere a Pisa il 4 gennaio alle ore 11,00. Ora sono solo soletto nella mia camera per riposarmi il più possibile, per prepararmi al viaggio che si prevede lungo...! Ho celebrato la messa di "Fine Anno con la mia comunità di Bulari, quindi ci siamo fatti gli auguri per il prossimo anno 2007 , nella speranza che porti un po' di serenità e pace. Mi hanno salutato tantissime persone che mi seguranno durante questo periodo di assenza con la preghiera . Speriamo che possa tornare a celebrare la Pasqua con loro: questo è il mio grande desiderio che portero sempre con me . Per ora auguro a tutti gli amici che leggeranno il mio "BLOG"che il Signore Gesù guidi tutti noi a una fraternità universale dove tutti si possono riconoscere fratelli .

venerdì 29 dicembre 2006

guerra a Rio de Janeiro

Brasile - 28.12.2006
Mattanza carioca
Rio de Janeiro si è svegliata fra scontri a fuoco e autobus in fiamme: 18 i morti
Rio de Janeiro si è svegliata fra scontri a fuoco e autobus in fiamme: diciotto i morti accertati, decine i feriti. Dalle prime luci dell’alba squadre di uomini armati hanno scorrazzato a destra e a manca attaccando posti di polizia e autobus di linea. Varie zone della capitale carioca sono state teatro di scorribande furibonde, riproponendo un copione già visto nei mesi scorsi a San Paolo.
Adesso Rio è sotto l’assedio delle forze di polizia aiutate da quelle militari. L’urgenza è riprendere il controllo di una città che in particolare in questo periodo dell’anno è meta di un turismo di massa, in vista della Festa de reveillon di Copacabana.
Quel che resta di un autobus dato alle fiammeLa lista dei raid. Gli attacchi sono iniziati con l’assalto a due autobus che percorrevano una delle arterie principali, quella che costeggia la favela di Cidade Alta, nel Cordovil. Testimoni hanno raccontato che otto uomini armati hanno appiccato l’incendio a un primo mezzo, senza dare il tempo a nessuno dei passeggeri di scendere. Molti sono morti prigionieri del fuoco. Decine i feriti: una donna versa in gravi condizioni per le ustioni riportate.
Con l’arrivo della polizia militare, poi, si è scatenato un violento scontro a fuoco. Poco più avanti un altro bus è stato dato alle fiamme, gli automobilisti si sono precipitati in un fuggi fuggi generale e la calma è tornata solo dopo molte ore.
Per tutta la mattina si sono susseguiti attacchi ad autobus e posti di polizia. Tre i mezzi incendiati nell’area di Bangu, da dove sembra sia partito l’ordine di attaccare. L’area di Cidade Nova è stata attaccata a colpi di granate. Lo stesso per Campinho. Molte zone sono state chiuse preventivamente. Tutti i corpi di polizia sono stati chiamati a intervenire.
Nella zona sud, un militare di guardia al palazzo dove vive un deputato, nella zona di Lagoa, è stato freddato con 12 colpi di pistola.
Scene di panico anche nella bianca spiaggia carioca. Nella Praia de Botafogo, mitragliatrici alla mano, un gruppo di uomini ha ammazzato un agente e una venditrice ambulante.
Attacchi anche a nord della città. Due poliziotti sono stati uccisi nell’area Del Castilho e un bandito è stato freddato nella favela Nova Holanda, fra Maré e il quartiere di Rocha Miranda. Impugnava un M16, arma usata dalle truppe statunitensi.
La gente è accorsa a guardare quel che resta di un bus dato alle fiammeMa chi c’è dietro questo tiro al bersaglio contro la polizia? Molti analisti attribuiscono la firma di quanto accaduto alla cupola dei narcotrafficanti.
Negli ultimi tempi la situazione in alcune delle favelas-chiave del traffico di stupefacenti sta cambiando e ai boss della droga non piace. Milizie formate da poliziotti, ex agenti, pompieri, agenti penitenziari e militari stanno pian piano prendendo il controllo dei quartieri più poveri e violenti di Rio, buttando fuori uno a uno i capi mafia legati al narcotraffico. Nella zona di Maré, per esempio, nell’ultimo mese le ‘milizie dell’ordine’ hanno preso possesso di tre delle 17 favelas dell’area, espandendo la loro influenza nella zona sud di Rio. Il loro intento pare sia contrastare la criminalità organizzata. I loro mezzi: armi e violenza. Spesso questi gruppi stipulano una sorta di contratto con i sindaci che li ingaggiano come vigilantes. Il loro compito è fare la ronda per le strade del quartieri e cacciare chiunque puzzi di droga e denaro sporco.
Miliziano armato pattuglia un quartiere di RioE le istituzioni stanno a guardare. Milizie illegali, dato che vi partecipano perfino poliziotti in servizio, ma che le istituzioni considerano una sorta di male minore nell’inferno delle favelas carioca, una sorta di risposta alla criminalità dilagante.
La zona est è diventata un vero paradiso delle milizie: solo la favela Cidade de Deus resta fuori del loro raggio d’azione. In questa parte della città è dagli inizi degli anni Settanta che operano le milizie, tanto che da decenni il traffico di droga è tagliato fuori. Il tutto dietro una tassa di sicurezza che gli abitanti sborsano ai miliziani, i quali si finanziano anche gestendo i trasporti alternativi, i collegamenti clandestini alle Tv via cavo e le forniture di gas. Per farsi benvolere è regola l’assistenzialismo. Spesso i miliziani sono visti come veri supereroi, tanto che alcuni gruppi usano nomi quali Batman e tanto di logo sulle divise per distinguersi.
È contro di loro, contro i miliziani, contro i poliziotti che ne sono parte integrante, che la mafia del narcotraffico ha scatenato la mattanza. Loro sono il nemico. Loro il bersaglio da centrare per riappropriarsi di un territorio, quello dei quartieri poveri, dove da sempre le bande fanno il bello e il cattivo tempo.